Un romanzo che rapisce dalla lettura della prima pagina, laddove non si legge semplicemente, ma si vede, occhi collegati all’anima, una tela su cui un pittore ferma la bellezza di una natura che trasmette armonia, condivisione, perfezione e quiete e dove si respira rispetto, buonsenso e naturalità. Uno sfondo che rappresenta, purtroppo, il non-luogo di un mondo reale che si abbatte su quella tela con pennellate di indifferenza, egoismo, cattiveria e disumanità, sentimenti e stati d’animo che ben conosce la protagonista, Francesca e che la spinge a quella Fuga che nel dipanarsi della storia assumerà tanti significati. Fuga dal male, dalla sofferenza ma anche fuga dall’amore, con i suoi turbinosi percorsi tra
passione, paura e sensi di colpa. Una lettura che da quel quadro iniziale ci porta, come all’interno di una pinacoteca, al cospetto di altrettanti quadri che rappresentano, con viva realtà, eventi incalzanti che ci fanno partecipare e vibrare, ora con delicatezza ora con forza, di fronte alle tormentose vicende, interiori ed esteriori dei protagonisti. Un uomo ed una donna che della fuga fanno la loro scelta di vita, ma che dalla fuga e dai percorsi che essa impone, conosciuti e odiati, imprevisti e poi desiderati, trarranno un traguardo, anzi il traguardo che li ricollega a quella prima pagina del romanzo: armonia, condivisione, perfezione e quiete. Amore.
Delli Carri