I lettori dicono di noi

Loredana Giustini - Vado a vivere con tre

Che dire di questo breve romanzo? Divertente, spiritoso, un libro che parla di giovani donne piene di ironia, che vivono intensamante la vita con gli uomini. Davvero un piacere leggerlo, anche perchè è scritto molto bene. Complimenti alla giovane scrittrice. Brava.

crimel

Gaetano Antonio Riotto - Il lupo

Finalmente qualcosa di nuovo, non si parla ne di politica ne di amori, un racconto tosto come il protagonista, da leggere tutto d'un fiato. Il Lupo è uno dei migliori che abbia letto negli ultimi anni. Lunga vita al Lupo.

zanete

Valeria Marzoli Clemente - Delitto perfetto

Ciò che contraddistingue "Delitto perfetto" dai romanzi gialli sinora editi è la volontà - con la conseguente buona riuscita – di cinematografizzare, come se fosse una serie televisiva, i vari capitoli che si susseguono – e che si inseguono – verso la ricerca del colpevole dell’omicidio di Chicca, amata maestra delle elementari del cosiddetto eroe, il maresciallo Brancaleone, chiamato a risolvere questo caso – doppiamente drammatico per lui – dovendo altresì rinunciare al suo periodo di ferie. Il titolo del libro – che naturalmente ci preannuncia una caratteristica dell’evento noir – è inconsciamente il desiderio dell’autrice Valeria Marzoli Clemente di costruire una trama senza sbavature, di intrecciare minuziosamente gli eventi, di celare sino all’ultima pagina il colpevole. Il primo giallo/noir di Marzoli è perfetto poiché è stata scrupolosamente dosata la suspence, le scene sono attuali (ambientate in una Roma contemporanea – in un’Italia attuale appena colpita dal terremoto abruzzese) e il finale non ci da la sensazione che
l’ordine si sia stato ristabilito, che trovato il colpevole “giustizia sia stata fatta”, che la vita possa, per cosi dire, ricominciare come prima. L’ultima riga ci lascia l’amaro in bocca, lo stesso amaro in bocca che la vita quotidiana ci lascia alla sera dopo una giornata di fatiche o di divertimenti, lo stesso amaro che resta in bocca al maresciallo Brancaleone costretto alla fine del romanzo a dire “Non si lascia il bicchiere
a metà”e alla stessa Marzoli a proseguire con “e in un solo colpo bevve il resto del whisky".

Michele Delpiano

Barkus Ventura - Paraiso do Pecado

Per nella crudezza a volte esasperata dei dettagli scabrosi nelle scene di crimine e nelle descrizioni di sesso esplicito, il romanzo evoca malinconia e ansia che ben chiariscono il motivo del desiderio di "fuga dal paradiso tropicale", dopo che il personaggio principale spende tanta energia per acclimatarsi. L'opera cavalca temi di assoluta attualità: il desiderio di fuga del piccolo imprenditore italiano a caccia di svago e libertà nell'isola dei sogni, il mondo brasiliano assai di moda nei suoi "tags" dell'immaginario turistico, carnevale, spiagge, sbronze e favelas narrati con un linguaggio in presa diretta; difficoltà spesso insormontabili dell’integrazione di culture con differenti priorità; trasgressione sessuale circondata da un mondo assolutamente privo di morale e sensi di colpa. Lo stile ondeggia fra il cinematografico e l'introspettivo, suggerendo a volte che si tratta di un'opera prima, ma il linguaggio è accattivante e il pregio è sempre quello di scoprire
panorami originali. Ad una prima analisi sembra addirittura che la carne al fuoco sia troppa, se consideriamo le storie parallele che rimandano alle frizioni mediorientali, ai personaggi dei servizi segreti americani che l’io narrante ha conosciuto in patria, all'accozzaglia di avvocati e poliziotti che scorrazzano nelle pagine alla ricerca della loro coscia di pollo (turista) da azzannare.mOccorre dire che in circa 400 pagine Barkus Ventura (o chi si cela dietro questo curioso nick name) dà un'immagine assolutamente nuova e attuale della vita di strada di un italiano sperduto in uno dei grandi paesi oggi alla ribalta dell'attenzione mondiale.

christian