Ciò che contraddistingue "Delitto perfetto" dai romanzi gialli sinora editi è la volontà - con la conseguente buona riuscita – di cinematografizzare, come se fosse una serie televisiva, i vari capitoli che si susseguono – e che si inseguono – verso la ricerca del colpevole dell’omicidio di Chicca, amata maestra delle elementari del cosiddetto eroe, il maresciallo Brancaleone, chiamato a risolvere questo caso – doppiamente drammatico per lui – dovendo altresì rinunciare al suo periodo di ferie. Il titolo del libro – che naturalmente ci preannuncia una caratteristica dell’evento noir – è inconsciamente il desiderio dell’autrice Valeria Marzoli Clemente di costruire una trama senza sbavature, di intrecciare minuziosamente gli eventi, di celare sino all’ultima pagina il colpevole. Il primo giallo/noir di Marzoli è perfetto poiché è stata scrupolosamente dosata la suspence, le scene sono attuali (ambientate in una Roma contemporanea – in un’Italia attuale appena colpita dal terremoto abruzzese) e il finale non ci da la sensazione che
l’ordine si sia stato ristabilito, che trovato il colpevole “giustizia sia stata fatta”, che la vita possa, per cosi dire, ricominciare come prima. L’ultima riga ci lascia l’amaro in bocca, lo stesso amaro in bocca che la vita quotidiana ci lascia alla sera dopo una giornata di fatiche o di divertimenti, lo stesso amaro che resta in bocca al maresciallo Brancaleone costretto alla fine del romanzo a dire “Non si lascia il bicchiere
a metà”e alla stessa Marzoli a proseguire con “e in un solo colpo bevve il resto del whisky".
Michele Delpiano